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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

E per concludere una tazza in testa

La mano sollevata verso l'alto. Le ciotole dietro la tazza, azzurra, con lettere impresse nella ceramica. Penso: "Qui dentro c'è troppa roba" Poi è un attimo. La tazza mi scivola di mano. R. è proprio lì sotto. Comincia a urlare, penso di avergli spaccato la testa. E' solo una botta, niente tagli. L'Arnica mi salva la vita, l'umore, attenua i sensi di colpa e da sollievo alla sua tempia che pulsa al tatto. Mi viene da piangere. Da aggiungere ai numerosi disastri. Sigh, sigh. (Effettivamente non ricordo che mia mamma mi abbia mai spaccato una tazza sulla testa)

I genitori sbagliati

Non sappiamo fare i genitori. Ormai è un dato di fatto. Contraddizioni, incapacità alla comprensione e al dialogo, lessico inappropriato, disattenzione cronica, televisione alla mano. Un disastro. Ieri l'ennesima scenata di L., motivazione corretta ma tempi e modi sbagliati. Confusione. R. che piange e urla, come fosse un adulto, io che osservo senza fiatare. Ricordo il fastidio che provavo quando ero piccola vedendo mio padre urlare e la rassegnazione di  mia madre che se ne stava in un angolo, aspettando che la tempesta passasse. Poi la stanchezza di ripetere sempre le stesse cose, di capire che il prezzo di un lavoro sbagliato si riflette nella vita privata con la stessa velocità, metodicità e cadenza di sempre. Nervi sempre a fior di pelle e mai sereni. Intanto R. guarda, capisce, piange e mi abbraccia. I bambini non portano rancore, è per quello che la loro intellingenza, spesso, supera la nostra.

Almeno 20 (Sigarette)

La nonna trasuda fumo. Avvinghiata alla sua sigaretta controlla con impazienza l'orario. La giornata è piena di orari e appuntamenti. Alle 6.00 apre le finestre. Siga. Alle 7.30 quando suonano le campane,  attraversa il cortile. Alle 8.00 stende al sole i panni. Siga. Alle 9.00  lava i pavimenti di casa. Siga. Alle 9.30 visita il supermercato, il  tabaccaio e l'edicola. Siga. Pausa telefilm del mattino e news su Milan Channel. Siga. A mezzogiorno in punto non dimentica il rito del pranzo e successivamente il rito della Sigadeldopopranzo. Poi arriva R che gioca con le macchinine nella stanza a fianco. Quando R decide che è ora di andare lei si sdraia sul divano e riposa. Intorno alle 15.00 la nonna è in cucina mentre stira e fuma una sigaretta passiva che si consuma nel posacenere a fianco. Panni stirati e fumanti pronti in breve tempo, da sempre. Poi di nuovo il divano, sky e l'intrattenimento, televideo e le tragedie dell'ultimo minuto, un'occhiata veloce al mete

Djerba

Il profumo della Lavanderia di Djerba riaffiora improvvisamente. Marsiglia? BiancoCotone? Lavanda? Un mix di tutto credo. L'ultima volta che l'ho sentito è stato alla Locanda dei Sapori, il tovagliolo portato alla bocca e un mondo che si apre. Dopo così tanti anni è diventato una cosa concreta, come se fosse un'immagine, calcificata nelle mie ossa, indelebile. E poi il mare, la Betty e Marzia, Gianluca che non ho più trovato, i mille volti immersi in un paese che rinascerà ancora 100 volte. Le strade senza asfalto, i taxi assimetrici, la sabbia fine che entra ovunque, l'argento scuro, il cielo immenso delle notti senza fine. Djerba non torna più. Lo so solo ora, mentre aspetto quel profumo, tra mille carte, numeri e parole.