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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

"Sui Figli"

Autore: Kahlil Gibran "Sui Figli" E una donna che stringeva un bambino al seno disse: Parlaci dei Figli Ed egli rispose: Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero". E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi. Sono loro l’essenza del vostro sorriso. Sono sangue e carne della vostra carne ma non il vostro sangue e la vostra carne. Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa. Attraverso di voi giungono, ma non da voi. E benché vivano con voi, non vi appartengono. Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri: Essi hanno i loro pensieri. Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato. Voi siete gli archi

Pietro 22

Nasce Pietro, piccolo ma non troppo, tanto stanco ma felice di essere finalmente abbracciato dalla mamma Francesca, un tempo nobile e agguerrita "cavalla" di Palma. Nasce Pietro, il giorno 22, bellissimo numero per vedere la prima luce. Nasce Pietro, tenue respiro di un mondo che ancora non conosce. Nasce Pietro, un maschietto in mezzo a tante donne forti e solidali. Nasce Pietro, sicuramente felice e appena possibile sorridente. E' tanto bello accoglierti che sembra stupido volerlo scrivere.

Un anno da

Sei ancora nella nostra vita, in un modo tanto intenso quanto superbo. Credo non sia passato un giorno senza averti pensato, senza aver creduto che non fosse accaduto veramente. Per un certo periodo sentivo la tua presenza e avevo la sensazione che anche R ti vedesse. Indicava improvvisamente un punto a caso e rideva. Anche L . rideva di me, diceva che sono pazza e che mio figlio aveva preso i miei geni. Eppure era come se osservassi ancora la nostra vita da vicino, come se ridessi, come se ci camminassi accanto. Una sensazione strana, una presenza costante. Adesso non più, credo che il tuo tempo qui sia terminato, magari hai qualcosa di meglio da fare, o qualcuno di più divertente da osservare. Ma ci manchi.