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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

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Due anni fa. Caldo e afa, come oggi La corsa verso la sala operatoria, la paura che qualcosa non andasse per il verso giusto. Il viso contratto dei medici. Poi il pianto liberatorio. Vedo per la prima volta il mio bambino, raggomitolato tra le braccia dell'ostetrica.  Ci osserviamo per un istante e basta per pensare che sarà per sempre. La purezza di quell'attimo è immensa.

Ritorno

Ritorno dal paese dei balocchi, dove c'era luce sale, sabbia, mare e sole, al buio solo suoni, luci, frastuono, merletti e mojito. Ritorno alla realtà che è sempre così dura, sembra di essere schiaffeggiata ogni volta. Ritorno all'afa. Ritorno a vedere poco R e L. Ritorno alla stanchezza. Ritorno a perdere l'abbronzatura, il buonumore. Sconcertata dal fatto che una vacanza possa durare una sola settimana, felice di poterne fare ancora. Come tutti i ritorni depressi provo ad immaginare come sarebbe se riuscissimo a cambiare vita, aprire una piccola attività in un posto di vacanza o semplicemente in un posto diverso da qui. Mi areno in mille pensieri concatenati. Mi crogiolo nella fantasia. Giusto per non sentirmi tanto triste. Che la vita è felice anche qui. Però se le vacanze fossero un po' più lunghe...

Palma di un Miraggio

La vera vacanza inizia all'aereoporto, in nessun altro luogo mi sento così libera e perfettamente a mio agio. Chissà poi perchè. Potrei essere una semplice spettatrice, sedermi su una poltroncina e attendere, osservare, ascoltare l'assiduo rumore delle valigie in corsa, proiettate verso i rulli rotanti. In estate è quasi surreale. Viaggiatori casuali, impazziti, terrorizzati, assordanti, felici, frenetici e inconsapevoli. Lacrime, sorrisi, abbracci...  Sabato tocca a noi. Un viaggio piccolo, da italiani medi. Un po' di chiasso, quanto basta, in 6 con tre bimbi, 6 valigie, qualche zaino, caramelle, giochi, canzoni e un po' di libertà. Au revoir, à bientot j'espère.

Serendipity - visione del10 giugno 2011

"Puoi imparare tutta la matematica dell'universo, ma fai volare una nave che non ami. e lei si libererà di te, sicuro come la rotazione dei pianeti. E' l'amore che le impedisce di cadere, che ti dice che è ferita prima che si lamenti. La rende una casa."     (Peter Chelsom)

E' giugno o forse ottobre

Mi chiedevo se fosse lecito fare un bilancio della propria vita a 35 anni. Insomma, sono diventata la donna che mi aspettavo di diventare oppure mi sono lasciata trascinare dagli eventi? Ho realizzato i miei sogni o sono ancora chiusi nel cassetto? Le persone che ho accanto sono quelle che avrei voluto? Vivo in una città che sento mia o non sono stata capace di andarmene? Devo dire che non è una serata idilliaca per trovare risposte ed essere obiettiva, nonostante la stagione imporrebbe la ricerca del fresco ad ogni costo, ho una copertina che mi scalda i piedi nelle infradito e guardo un film natalizio, catalogato nella sezione "la vita è una favola rosa". A questo punto mi rendo conto di non sapere molte cose, quando ero un po' più piccina ero molto più saggia e meno fatalista. Dicevo che avrei fatto la stilista, poi la giornalista, la scrittrice. poi più nulla. Volevo vivere lontano da qui. ripartire da qualcosa che non era mio, cercare una strada più tortuosa. Per

da Lassù

La vita di Carla è ferma in un letto di ospedale. Il suo fisico si confonde con il letto e i contorni non si identificano più. E' stanca, dice che vuole venire a casa, guardare la televisione, il televideo. Vorrei essere più presente, avere più tempo, darle più gioia. Vorrei che il fisico le consentisse un po' di tregua, che le facesse vivere gli ultimi anni della sua vita con dignità, indipendenza, speranza. Una piccola preghierina, in alto nel cielo, con le mani giunte, in ginocchio, come vuoi, se mi ascolti ancora da lassù. Un piccolo aiuto. Una speranza.