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Visualizzazione dei post da 2012

Le frasi 2012

Prima o poi tutto passa Scendi di lì Vatti a lavare i denti Sei un cretino Lascia perdere Quanto sono stanca Quando ci vediamo Se vuoi lo faccio io Nonna quanto mi manchi Vieni a darmi un bacio Ho bisogno di stare con te Riccardo non urlare, non picchiare, non saltare, non fare niente La mia vita è qui o forse no Voglio il mare Marotta Senigallia e l'adriatico che ho sempre odiato Chissà poi perchè Leo smettila di lamentarti Non ne posso più Che bel silenzio Instagram Scrivo di te Perchè non ce ne andiamo? Natale e tutto il resto C'è un ladro nella mia vita Non ti voglio più vedere né parlare Vattene Non ti ho mai conosciuto Cosa cucino per cena? Un giorno Un po' su e un po' giù Il mio capodanno Sono felice per te Che palle tu e i tuoi soldi Zumba Anima nera Che bello uscire con le mie amiche Se pensi intensamente che Non ne posso parlare Che buio dentro Mi fai ridere Sushi Tu sei l'amore mio Ebiten Plus Forse è un segno Il destino se c'

La fantastica pianta di cachi

Ecco è così. Una giornata dove tutto è il contrario d tutto, e corro a destra e a sinistra, pediatra si e pediatra no, mamma, collega, amica, la borsa cade in mezzo alla neve e io quasi perdo la scarpa, e non ne posso più, mando persino i messaggi giusti pensando siano sbagliati, tutto è così strano che poi mi gira la testa quando mi siedo. E penso di vivere su una pianta di cachi e se proprio avessi voglia di ricevere un complimento ecco forse sarebbe quello che Jack Nicholson fa a Helen Hunt in Qualcosa è Cambiato "tu mi fai  venire voglia di essere un uomo migliore", le dice, con quei suoi pazzi capelli e gli occhi da matto. Come si fa, io proprio non lo so, a farsi dire una cosa così, mi si riempirebbero gli occhi di lacrime e dovrei strizzarmi il naso senza vergogna, come un bambino, nascosto dietro  il vetro di un auto.

Discorsi Importanti - Capitolo 2

1. "Mamma ho una collina in gola"  (ho l'acquolina in bocca) 2. "Andiamo da Mecathlon?"  (Decathlon) 3. "Mamma hai comprato le oracoli?"  (Arachidi) 4. "Riky vieni che ti metto la supposta!!!!!"     "No mamma, il missile nel culo noooooooooo!!!!!!!" (il padre omofobo esulta) 5. "Mamma sei una bella topa!" (Oh Santo Cielo) 6. "Mamma ma perchè il mio pisellino diventa duro?"     " Perchè stai diventando grande!"     " E quando divento grande rimane sempre duro?"     " Si, è sempre così, più o meno" (Ah)

Pezzi di Vita

M. sostiene che sia così, la Vita intendo, senza giustizia, senza pietà e  ripetutamente cieca. Io non vorrei avesse ragione e mi impongo di credere ancora in questa strada, tortuosa, povera, a tratti imbarazzante, ricca di gioie e dolori. Questa sola Vita. Improvvisamente defraudata di tutti i sogni che perdiamo, passo dopo passo, come se crescere fosse cosa troppo grave e ambita, come se non rimanesse altro che correre per raggiungere quella meta ancora sconosciuta. Arrancare. E poi abbracciarsi stretti, piangendo guardando le tragedie di Studio Aperto, pensando di essere fortunata, ormone che scende e ormone che sale. Poi capita che esci e guardi di nuovo il mondo come fosse pieno di luci. Intermittenti. E ridere di niente, avere una sana idiozia addosso, passare una serata con le amiche di sempre e sperare non finisca mai. Una foto di quanto siamo ancora belle, ridendo dell'età che avevamo. Tutta questa Vita addosso e in un attimo torni ad avere diciotto anni. Sperare che

Aspetta che passa

Novembre mese delle tasse, di preoccupazioni leonardesche e  dell'irpef che lievita nelle casse dello stato (e si perde nell'etere). Speriamo sarà il mese di Nina (finalmente ho saputo il nome e chiedo venia all'amica londinese per essermi distratta e non averlo scoperto prima). Novembre grigio, freddo, anticamera del mese più bello dell'anno. A Novembre la città si spegne in un istante, diceva una canzone. Mese dei bambini con il raffreddore, mese delle farmacie e dei pediatri. Novembre di nostalgia, freddo pungente senza malizia, L. che sbuffa tutte le mattine (ma non solo a novembre). Mese del premio che non arriva mai. Mese del primo colloquio con le maestre (sos). Novembre per tirare le somme, per un bilancio dell'anno, per le cose giuste e sbagliate, per le sorprese e le speranze. Novembre per te che sei lassù e mi dicevi sempre che aspettare è gioia, quando non si aspetta niente è terribile (il vero aforisma è di Pavese e dice "aspett

Discorsi importanti - Capitolo 1

Parole da non scordare. 1. L. "Come si chiama la bambina con cui stai giocando?" Pausa di riflessione  R."Ginvanna" L."Come Ginvanna? si chiamerà Giovanna!" R."Si chiama Ginvanna, ti ho detto!" Dopo qualche minuto la bimba si avvicina, io non convinta le chiedo il suo nome  e lei: "Mi chiamo Veronica" (Deduco che mio figlio se non sa la risposta la inventa. Ottimi presupposti). 2. R."Mamma ma tu hai la patatina o il pisello?" L. "Io ho la patatina" R."Allora siccome io ho il pisello me la fai vedere?" (Quando crescerà non sarà poi molto diverso semplicemente non sarò più io l'oggetto della richiesta). 3. R."Mamma io stasera voglio una pizza umana." (senza commento) 4. R."Mamma tu quanti anni hai?" L."25" R. "E papà?" L."82!!!" (ovvio) 5. R."Mamma cosa c'è sotto la gonna della suora?" L.&

Fiducia da Chiulo

Amabile cervello in ragionamento. Quante persone conosco veramente? A quante persone puoi appoggiare il cuore e l'anima in mano senza che ne facciano cattivo uso? Genitori a parte, forse si contano sul palmo di una mano. E arrivare alle cinque dita è già un grande successo. Questo significa che le persone che vedi più della tua famiglia, colleghi  e conoscenti, forse non sono le persone adatte per confidenze, consigli e piccoli rimedi. Mi manca l'aria senza alcun imbarazzo. E' un periodo lo so, ma un'altra persona, si aggiunge alla lista dei fetenti e mi verrebbe voglia di comunicare al mondo intero, tramite cartelloni affissi sui muri della città, quali sono le persone che non dovrebbero incrociare il mio sguardo nemmeno durante un flah mob o durante la maratona di New York. Quindi, se mi stai leggendo, ultimo fetente in ordine cronologico, evitami accuratamente. Se dovessi vedermi in lontananza cambia strada, non farti più vedere, dimostra di avere coraggio e n

Wicca, Morgana e Merlino. Per me.

Di questi tempi è sempre comodo avere un po' di ortica in casa, chi mi conosce sa che ne faccio uso sistematico. La verità Wicca è  che bruciare ortica in una stanza allontana influenze negative. E' un piccolo incantesimo della natura, deve essere considerato un dono e occorre averne rispetto e timore. Di questi tempi sarebbe anche opportuno versare qualche goccia di olio d'arancio sul cuscino per avere sonni sereni e avere una pietra di malachite sotto il cuscino aiuterà a ricordare i sogni. E poi mangiare mirtilli  aiuta le piccole depressioni, sale grosso negli angoli della casa per proteggerla, una candela cosparsa di olio di basilico per le negatività, qualche mandorla in tasca aiuterà a trovare oggetti perduti. Sono piccoli incantesimi, per una piccola Morgana e un piccolo Merlino, per avere qualche arma contro tutta la cattiveria e le bugie di questi ultimi quindici giorni. Perché sono esausta di questa delusione, sono esausta di avere addosso menzogne altrui.

Ancora 21

Ecco qui. Di nuovo il tuo giorno. E sai che le cose da dire sarebbero tante, ogni istante nasconde qualcosa di magico e forse è vero che tutto scorre velocemente, senza esitazione. L' Happy BirthDay di oggi non è meno speciale di altri ma forse è quello in cui abbiamo la consapevolezza di essere sempre noi e ancora noi. Per cui oggi saremo felici, rideremo, niente problemi, tanti festeggiamenti e una torta, piccola, ma non troppo, con la marmellata su due strati, come piace a te. Sorridi che tutto è così perfetto che potremmo fermare il tempo. E almeno per oggi prenditi un giorno di ferie dal tuo lavoro che niente cambia. La nostra vita è qui, rischiamo di perderci il succo e i particolari di questo meraviglioso miracolo. Perché è un miracolo e tu lo sai. E così ti bacio, nella fretta e nel cuore. Auguri a te, eroe del 21.

Disordine

Oggi niente è al posto giusto. A partire da miei vestiti e da L. che dorme con la faccia scontenta nella mia parte di letto. E mi alzo così stanca da vedermi gli occhi non allineati correttamente. Mi chiedo da quanto tempo non mi capita di dormire con il cuore in pace, senza pensieri, con il respiro lento. Non lo so più. Capisco solo che L. condiziona la mia vita ogni giorno. E lui non è mai felice. Mai sereno. Prima il lavoro, poi la casa, poi il calcio. Questo lavoro non va bene, non è il suo. Questa casa lo  soffoca, non va bene, non è la sua. Il calcio è troppo impegnativo, vorrei ma non posso, i vincoli e gli impegni incalzano, l'età avanza, non è più cosa sua. L. ha lo stesso senso di proprietà di R. (3 anni). O è tutto mio o non è cosa buona e giusta. Credo sia un conflitto mai superato, non so se esiste una malattia del possesso ma  se ci fosse  L. sarebbe un caso clinico. Che mal di testa. Tutto gira dalla parte sbagliata. E per il mio essere senza sfumature,

Sulle Nuvole

Cara Nonna, non so se mi stai guardando da lassù, se stai capendo cose che non riesco neppure a immaginare, se sai che ho la testa incasinata e senza logica, certo è che ti immagino sorridente e divertita mentre guardi tutta questa confusione. E va bhè, che cosa vuoi che ti dica, sta arrivando l'autunno ma desidererei fosse primavera, gradirei un po' di mare ma probabilmente andrò in montagna, avevo promesso a me stessa di non prendermela più per il lavoro e invece chiedo giustizia litigando con l'ottusità e la strafottenza. Ecco, ci sono periodi dell'anno in cui mi sento eroina di me stessa, galvanizzata dallo iodio, dalla tonicità muscolare procurata della corsa mattutina e da tutte quelle cose che mi rendono una donna entusiasta. Ovviamente non è detto che domani il mio umore sia lo stesso ma mi godo il momento, ed è la cosa più grande che io abbia imparato a fare. Sorridi nonna, perché c'è confusione un po' ovunque, i tuoi cari sono tutti matti e magari,

La Notte di Oggi

Sono le due e non riesco a dormire. Prima fa caldo, poi fa freddo, mi giro e mi rigiro, accendo la luce e leggo il libro iniziato al mare. Tra le pagine un po' di sabbia fine scivola tra la mia pancia e il letto. E penso a tutto quanto di incompiuto ci potrà mai essere in questa vita, penso che se credessi nella reincarnazione probabilmente la mia precedente vita si sarebbe consumata al mare. Sembro matta in questo silenzio, sento ticchettare la pioggia in maniera così ritmica da non poterne più. Il suono di L. e R. con un sonno profondo fra le labbra. Sono pericolosamente vicina all'insonnia in questa notte a finestre chiuse. Fra meno di quattro ore la sveglia. Il terrore della monotonia. Facce da schiaffi alla riscossa. Cara Vita, mi occorrerebbe una sorpresa fantastica.

La sabbia per me

La bella vita ritagliata in due settimane al mare. Una corsetta al mattino, tanto cibo e tutta la serenità che ci vuole per scavare una buca sulla spiaggia a due passi dalla camera. E non far niente di sbagliato, niente di quello che non occorre veramente. Che bella vita. Sperando che il tempo scorra lentamente, respirando iodio anche per l'inverno e non averne mai abbastanza. Tutta la sabbia addosso. Datemi un bacio che sorrido e corro via.

Quesito di Ferragosto

In questa giornata di caldo africano con umidità a 1200, cibo alla griglia e vinello caldo, mi chiedo come sia stato possibile fermarsi qui, in questa pianura senza speranze, con l'umidità alle stelle. Cioè coraggio è partire o coraggio è fermarsi in questa palude di zanzare? Perché è più facile dire e pensare che probabilmente in un'altra città, in un altro continente sarebbe stato tutto diverso o è più facile immaginare una vita in questo paese di niente? Che schifo avere caldo guardando New York alla tv.

Alex e tutto il resto

Olimpiadi. Il maratoneta detentore del titolo non si presenta e solo qualche giorno fa se ne è capito il motivo. L'Italia insorge, le dita puntate verso il campione senza personalità. Poi quell'intervista straziante in cui si confessa mettendo lacrime e cuore in mano a tutti i telespettatori. E io lì che penso quanto sia difficile essere un vero atleta. Niente vita sociale, niente aperitivi, feste di compleanno senza torta con la panna, allenamenti sei giorni su sette, muscoli scolpiti, gare e nient'altro. La vita fatta di appuntamenti, mondiali, europei, campionati italiani e olimpiadi. Nessuno di noi, piccoli atleti metropolitani, può captare una vita fatta di scadenze, rigore fisico e mentale, dieta, allenamento, culto della perfezione, tutto per una medaglia, per un podio che sogni da sempre, per una gara perfetta. E così il maratoneta perde il controllo, diventa, improvvisamente, un uomo normale, un uomo competitivo, che non vuole perdere, che non vuole restare indie

Un anno

E' un anno da te, dall'ultima volta che ti ho stretto la mano, dall'ultimo sorriso. Perché se anche il dolore ti strappava il cuore e gli occhi si chiudevano in continuazione, la tue labbra si inarcavano e ci lasciavi la speranza di avere ancora tempo. Poi il silenzio improvviso e più niente. La mancanza di te e tutto di seguito. E sai, cara nonna, qui siamo tutti impazziti, le tue figlie nella solitudine immensa in cui già vivevano, tuo figlio nelle parole che non escono mai e i tuoi nipoti che corrono per strade diverse senza avere più il filo che li teneva uniti... E io. Ho la presunzione di dire che per me sia tutto più complicato, non ho più nessuno dalla mia parte e non ho più un posto in cui rifugiarmi, le tue parole e il tuo viso alla finestra sono un ricordo così lontano che ho paura di rendermene conto. E non ti sogno più. Non sento più il tuo profumo. Niente. Non ti sento più qui. Sei lontana e mi piace pensare che stai andando finalmente dove ti pare, con

Volo carpiato e caduta libera

Avevo sedici anni e in una delle tante liti con i miei genitori, all'epoca conservatori e poco all'avanguardia, puntai il dito contro mia madre dicendole che io non avrei mai fatto il suo lavoro, che non avrei mai fatto morire i miei sogni per quattro soldi al mese. Mia madre pianse per le mie parole, la leggerezza di quegli anni mi faceva volare  sei metri da terra, mi sembrava di avere il mondo chiuso in un pugno. Poi è quello che ho fatto. Il mio lavoro è lì, in un ufficio, al riparo dai pericoli del mondo, numeri, leggi e telefono. E ci sono anche i quattro soldi al mese. Tutto da copione. Un boomerang preso in faccia e l'invidia di chi vorrebbe tutto questo sotto i miei piedi Però i miei sogni non sono morti, nonostante li abbia presi a calci, sono ancora lì, in fermento. Si evolvono e creano quell'aurea di speranza di cui oggi ho tanto bisogno. Perchè diciamocelo, non è che questo paese dia tante occasioni, soprattutto è difficile cercarle, trovarle e avere

Gracias a la vida

....Gracias a la vida que me ha dado tanto, me ha dado la risa y me ha dado el llanto, así yo distingo dicha de quebranto, los dos materiales que forman mi canto....                                                                                                                     Violeta Parra *Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto, così io distinguo la gioia e il dolore, i due materiali che formano il mio canto. 

168 ore (senza te)

Succede che il pupo parte per il mare con la nonna e gli zii. Succede che decidiamo di accompagnarlo in stazione e con l'incoscienza che ci contraddistingue decidiamo di voler aspettare il momento del saluto. Il mio bimbo non mi sorprende, gli occhi illuminati e il sorriso fino alle orecchie. Io controllo la felicità per non sembrare esagerata e comincio a sentire odore di libertà, senza nemmeno troppi sensi di colpa. Al mio fianco L. il forte, lo spavaldo, il coraggioso. Immobile, occhiali incollati alla testa, nessuna espressione. La mano che si agita leggermente, da destra a sinistra, uno spostamento di qualche centimetro. Gli chiedo di sorridere, ma la mia voce sembra schiantarsi sui binari. E' solo una settimana, 7 giorni, 168 ore o poco più, una separazione breve, volerà talmente in fretta che la rimpiangeremo. Eppure il cuore di papà cede all'emozione, alla nostalgia che verrà e a tutto quello che ci aspetta nell'immediato. Dice di avere il groppo in gola, di

Tre Anni di Te

Tre anni di te, AmoreMio, con tutto quello che mi hai dato e tolto, con tutta la felicità di ogni tuo primo passo, con tutti i tuoi piccoli dolori e le mie grandi preoccupazioni. Tre anni e non mi sembra vero. Tre anni di un nuovo amore. Tre anni di età bellissima. Auguri piccolo bimbo. Ti bacio, come sempre. AmoreMio.

Riflessioni per L.

Non ci accontentiamo mai del presente. Anticipiamo il futuro perché tarda a venire, come per affrettarne il corso, o richiamiamo il passato per fermarlo, come fosse troppo veloce, così, imprudentemente, ci perdiamo in tempi che non ci appartengono, e non pensiamo al solo che è nostro, e siamo tanto vani da occuparci di quelli che non sono nulla, fuggendo senza riflettere il solo che esiste.                                                                                                                                                                       Blaise Pascal, Pensieri, 1670

Borotalco in mare

Ho paura della mia matura nostalgia, la dura consapevolezza di aver abbandonato una parte importante della vita. E tutte quelle persone e immagini che non torneranno più. Senza averlo potuto immaginare. Il momento dell'addio non è mai stato vero me. Non mi sono mai resa conto potesse essere tale. La salvezza dell'illusione o semplicemente la felicità estrema. Il desiderio del per sempre. Sopravvalutare uno stato d'animo, credere che sia condiviso, la realtà a due colori. Ho avuto i miei vent'anni senza freni, mi sono lasciata trasportare dagli eventi senza controllo, ho creduto nella sincerità e nella gioia del viaggio. Sarei bugiarda se dicessi di non avere rimpianti. Ma la velocità degli eventi mi fa pensare che non avrei potuto fare di meglio. E allora, il ricordo del cielo immenso è dietro l'angolo, le sue stelle mi accompagnano e qualche viso spunta di nuovo. Il mio viso sorride. Sempre e comunque.

Volo senza ali

Sono stanca. Di quella stanchezza che non ti fa andare da nessuna parte. Né di qua, né di là. Avrei voglia di non avere tutta questa afa addosso, dormire un po' di più la notte e stare a casa qualche giorno, per leggere libri e fare tutto quello che mi passa per la testa. Il problema è che potrebbe non bastarmi una settimana. Ci vorrebbe una pausa un po' più lunga. Dovrei resettare il mio cervello, ricominciare ad amare un lavoro e le ore della giornata. Riattivare la fantasia suprema, il motore del mio mondo. Ci vorrebbe uno skateboard, per scivolare e avere l'aria addosso, per tornare quindicenni con le cellule impazzite, cercare di salire i gradini dei marciapiedi senza appoggiare i piedi, senza cadere rovinosamente a terra, rischiando di tornare adulti. Ci vorrebbe una pausa per pensare meno ed essere colpiti dalla sindrome di Peter Pan. Volare senza ali, correre senza affanno, desiderare di essere leggeri. Il potere di amarsi continuamente. Nel tempo del giorno

Cric Crac

Roberto compie tre anni il 10 giugno e ha due occhi azzurri come il cielo. Ride, lo spazio fra gli incisivi è troppo grande, ci passa la punta della sua piccola lingua. Lo vedo giocare e penso che sia un bambino vivace e felice. Poi mi si avvicina, mi dice "Guarda", il suo piccolo dito indice è appena sotto i miei occhi. C'è una coccinella bellissima, rossa, con le zampine piccole. Gli dico che le coccinelle portano fortuna, che sono bellissime  e lui... Roberto la schiaccia tra il pollice e l'indice, la spezza in due e le toglie le ali, con una naturalezza e una semplicità che mi lascia a bocca aperta. Ho sentito il rumore della morte di un insetto, un crepitio leggero, che mi ha permesso di avere un brivido di freddo nonostante i 30 gradi della spiaggia romagnola. Ha ucciso la coccinella con una felicità e una freddezza che non ho mai visto. Ridendo sadicamente. Cric Crac e un po' di fortuna se ne va.

Nella sabbia di Riccione

Che vita. Basta un week end a Riccione per ritrovare un po’ di quella sana euforia goliardica. Ci siamo andati per cambiare aria, per respirare salsedine, per guardare le vetrine e per renderci conto di non poter più avere un invito discotecaro neanche a pagare. Cambia la prospettiva di una città che ti rende sempre e comunque felice, di cui conosci i colli e i ristoranti migliori, di cui conosci le spiagge agitate e le stelle vicine. E sempre ti accoglie, sempre ti ama, sempre ti ringrazia. Terra di casa, con un profumo migliore e odori che volano. Si cresce, si rinuncia al sole in tutti i punti del corpo, si accetta un giro sul trenino della città, per accontentare R. nel bel mezzo di una pioggia insistente, si scavano buche immense in ogni angolo della spiaggia. Sabbia ovunque e luci ancora in testa. Musica che spezza le giornate, così un ritornello veloce.. “…Ho deciso/ di perdermi nel mondo/ anche se sprofondo/ lascio che le cose/ mi portino altrove/ non importa dove/

Non nominare la suocera (e la sua insalata di riso)

Buongiorno AmoreMio. Ieri sera ci siamo buttati addosso verità e cattiverie. Non voglio accrescere la polemica ma volevo dirti che l'insalata di riso di tua mamma era veramente immangiabile, ne ho assaggiato un cucchiaino mentre tu eri nell'altra stanza, per capire se l'olfatto mi avesse tradito, per sapere se per caso avessi dovuto inginocchiarmi per le scuse o qualcosa di simile. E' stata una liberazione, potertelo dire, ammettere che proprio non mi piace. Perché per quanto ti faccia male, per quanto possa essere una verità scomoda, sono riuscita a non avere filtri di alcun genere. E come se niente fosse ti sei offeso per un'insalata di riso. Una stupida e vuota insalata di riso. Pensa a tutte le cose che dici a me. Potresti capire, forse. E dai, magari fai un sorriso quando torni a casa, butta via l'ansia e sii felice, abbraccia la nostra vita insieme e mangia un bel piattone di insalata di riso della tua mamma, è nel frigo, terzo ripiano...      

Crampi & C.

Sono una donna fisicamente a pezzi. Non corro più come una volta e non riesco a recuperare granché. Dieci chilometri a settimana non bastano a far di me una persona in forma fisica smagliante. Dovrei permettermi almeno 20 km a settimana, divisi in 4 sedute, più la partita di basket del lunedì (che è peggio dei 20 km), per ritrovare quel fiato che non ho più. Perché il discorso è che ho dolori ovunque, gambe, schiena, braccia; il mio sensore Nike non rileva nient'altro che la mia velocità, peraltro abbastanza discutibile. Insomma, sono quella che i veri atleti potrebbero chiamare cesso. Senza alcuna consolazione. Ieri sera, presa dalla pazzia di tenermi allenata, mi sono spinta ad una velocità superiore, ho percorso i primi 3 km, facendomi comunque superare da M. che ha avuto persino il coraggio di imbastire un discorso (le mie risposte, ovviamente, telegrafiche), per poi crollare miseramente senza nemmeno raggiungere l'obiettivo prefissato. Avrei pianto dallo sconforto, po

Perchè mamma

Perché non sono mai riuscita a colmare quella distanza immensa che ti porti dentro, perché riesco sempre a farti un regalo ma mai a dirti che ti voglio un bene immenso. Perché sei una mamma vicina, perché non dici mai una parola di troppo, perché mi accetti sempre e comunque. Perché siamo così diverse da non riuscire nemmeno a riconoscerci, perché ci avviciniamo e poi ci allontaniamo, perché devo lottare per lasciarti vivere così e  voltarmi facendo come vuoi tu, non mi lascia mai indifferente. Perché tu la tua mamma non ce l'hai più, per la prima volta, perché cucini quelle lasagne che lei amava tanto, ingoiandoti quelle lacrime che ti sgorgano nell'anima. Perché non ho un abbraccio per te ma mi lascio dare un bacio, perché tu possa sentirti meno sola, per vederti stampati quei sorrisi che mi mancano tanto. Perché è questa la vita che abbiamo voluto. Perché tu sei la mamma che adoro in continuazione, perché eri sola anche da giovane, perché non riuscivi mai ad avvicinarti t

Non sapevo che Fabio Volo sapesse scrivere

Sono nella fase lettura ossessiva . Libri divorati in qualche giorno, ore rubate al sonno, alla cucina, a R, senza poterne fare a meno. Accade quando trovo libri i cui protagonisti mi attraggono, in cui mi immedesimo, le cui trame sono ricche di vita sconosciuta. In questo momento sto leggendo Le Prime Luci del Mattino  e non sapevo che Fabio Volo sapesse scrivere. E' una scoperta, non perché abbia una sintassi particolarmente elaborata, ma perché scorre e ti incolla le parole agli occhi. La sensazione è che abbia una conoscenza infinita del mondo femminile, piccoli dettagli imposti senza nessun artefatto. Leggendo questo libro si ha la sensazione di non essere di fronte ad un genio della letteratura ma di avere a che fare con un autore di tutti i giorni, un cantautore di storie vive e di sogni con il fiato sospeso. (la votazione non è assegnata, in mancanza del finale a me ancora, per poco, sconosciuto).

Se fossi

Se fossi. Se fossi un personaggio storico sarei Mazzini. Se fossi un animale sarei una giraffa. Se fossi una scrittrice sarei Jane Austen. Se fossi un personaggio di un libro sarei Elisabeth Bennet. Se fossi una scarpa sarei una Louboutin. Se fossi uno vestito sarei Prada. Se fossi una scultura sarei la Dafne del Bernini. Se fossi bionda e famosa sarei Cameron Diaz. Se fossi un'attrice sarei Kate Winslet. Se fossi una città sarei Parigi. Se fossi un colore sarei il verde. Se fossi una fotografia sarei "Il bacio" di Doisneau. Se fossi un film sarei "Prima dell'alba". Se fossi un regista sarei Ozpetek. Se fossi un frutto sarei una mela. Se fossi un ortaggio sarei insalata. Se fossi una caramella sarei una Rossana. Se fossi un cioccolatino sarei un gianduiotto. Se fossi una macchina sarei un maggiolino. Se fossi un gioco in scatola sarei Monopoli. Se fossi un Manga sarei Mila. Se fossi un locale sarei il Twiga. Se fossi un dipinto sarei &

"Un Diamante da Tiffany" di Karen Swan

E' uno di quei libri che leggi tutto d'un fiato perché leggero ed efficace, perché parla di donne di oggi, perché è moda allo stato puro, perché vivere a New York, Parigi e  Londra è il sogno di ogni moderna anima femminile. La protagonista è Cassie, un nome da Barbie, un po' imbranata, un po' Cenerentola, tutto quello che occorre per riuscire a immedesimarsi automaticamente nella parte. Il contorno è fatto di amiche vere, nessun problema economico, artisti bizzarri e affascinanti, la società a cui tutti vorremmo appartenere, il mondo come noi (gente comune) non riusciremo mai a vedere. E poi c'è Henry, l'uomo che nella vita reale non esiste, l'uomo divertente, bello, ironico, intelligente e di successo. E' colui che insegue l'amore, è colui che insegna , che scopre e fortifica. In questo libro c'è quello che nella vita di tutti i giorni non ti ti accadrà mai, il mondo visto da un'alta prospettiva; i problemi sono quelli dell'amore e de

Giappo e dintorni

Quasi maggio, niente sole, una serata passata con le amiche di sempre, con un bicchiere di vino e il cibo giapponese di cui non ricordiamo mai il nome. E' tutto quello che aspettiamo a cadenza bimestrale perché le nostre vite sono semplici paragonate a quelle di altre donne in giro per il mondo, con un migliaio di esperienze e luoghi sulle spalle. Non so se è quello che avevamo immaginato a vent'anni, spavalde e sognatrici, tutta la vita davanti, ed eccoci qui. Ancora in questa provincia, ridendo a squarciagola, di questo e di quello, come se niente fosse cambiato. Eppure la maschera antirughe svizzera non è servita a niente, ad ogni cena festeggiamo una piccola riga nuova. Ci accorgiamo di non essere poi molto diverse da quei personaggi da telefilm di New York, cambia solo il contorno ma le battute sono le stesse. Abbiamo sognato una camera d'albergo al piano 102, abbiamo sognato shopping sfrenato, abbiamo sognato Jimmy Choo e la mano alzata per chiamare un taxi. Tutto in

Un po' e un po'

C'è che non ho molte parole, mi sono fatta ingannare dalla monotonia e dalla rassegnazione, per non perdermi nella tristezza e tutto quello che comporta. Insomma non è vero che tutti hanno le stesse opportunità e non è solo una questione di scelte. Ci sono  persone fortunate che vivono una vita felice, persone fortunate che vivono una vita normale e persone sfortunate. E poi come dice L. non è proprio così semplice. La fortuna si valuta alla fine degli anni e non a periodi . Il bilancio è finale. Però quello che ti capita e subisci non puoi valutarlo alla fine, il dolore è così lacerante che a tua volta lo provochi, prima o poi. Un ciclo senza fine. In questi giorni ho pensato a V., che ha lasciato un vuoto immenso, ho pensato ai suoi figli che l'aspettano a casa ogni sera, a sua madre che di dolore non ne avrebbe voluto più, alle lacrime che ci sono e ci saranno. Ho pensato anche alla mia nonna, che dalla vita ha ricevuto un po' di dolore e un po' di gioia, lascia

Tutto questo coraggio

Cara V., le parole che non ti ho mai detto si racchiudono in pugno chiuso, si liberano in un attimo volando liberamente come solo tu avresti voluto. Perché sei di nuovo libera, come quando le tue gambe da gazzella percorrevano chilometri di strada sterrata per raggiungere traguardi di vittoria. Libera di vivere a modo tuo, libera di essere amata e di amare, senza freni, prima che il mondo ti crollasse addosso, prima che le tue mani toccassero quel dolore indegno. Mi piace pensarti  mentre sorridi, guardando in basso, assaporando la consapevolezza di avere delle ali ai piedi. Ancora una volta più veloce di tutti, il tuo sorriso prima delle tue parole. E il tuo coraggio nella morte mi lascia senza fiato, la ricerca della solitudine più buia, l'incoscienza di un addio senza ritorno, il nulla. La tua ultima solitudine è stata lì, in quella stanza, nessuno ha sentito le tue ultime parole, nessuno ha visto quella tristezza dentro, sola con i tuoi spettri, le tue paure. Oh mio Di

Pinetta

Ha 96 anni, o forse più, abita in fondo alla via almeno da 37 anni e ha un sorriso che non inganna. Tifosa sfegatata del Milan, non perde una partita e in caso di vittoria appende una bandiera rossonera al primo piano della sua abitazione. Se la incontro mi sorride con i quattro denti, prende la mano di R e canta una canzone vecchia di un secolo, una melodia che ricorda bambini con visi antichi e giochi sotto il sole caldo di estati con i grilli e le cicale. Sono incantata da tanta vita e da occhi che luccicano di gioie e dolori. E poi vedo i panni, appesi con l'appendino alla rete del cancello del vicino e rido. Probabilmente saranno da lavare nuovamente e lei non se ne accorgerà. Certamente è cosa di altri tempi e quando, fra altri 100 anni, lei sarà lontana, nessuno userà più quella vecchia rete come fosse uno stendi biancheria. Ahimè.

Milan - Barcellona

Qualche minuto e avrà inizio Milan - Barcellona. Cosi  mi manca la nonna e la sua ansia da pre- partita, le sigarette fumate nervosamente prima del fischio di inizio, i biscotti da gustare durante i 90 minuti sul tavolino di vetro, la felicità o la tristezza dei giorni a seguire. Che nostalgia. E... il Milan nel cuore.

A 60 o più

Sono persone intrappolate in stereotipi, in rigidi schemi imposti. Ripetono meccanicamente le stesse azioni da anni e trovano appagamento. Dormono nello stesso letto ma condividono solo decisioni economiche. Sono stati in balìa di figli adolescenti e senza cervello. Hanno aspettative ma vivono alla giornata e dall'alto della loro esperienza possono solamente dirti che tutto prima o poi passa. Io mi fermo a osservare, pensando che la pazienza ha un limite, piangendo per la solitudine che ci buttano addosso ogni mattina, sorridendo per l'ennesima frase blaterata. E attendo. Qualcosa succederà. Intanto trattengo la fuga e le urla, calmo gli animi e psicanalizzo i comportamenti. Normalità. Quanto ti desidero. ""...La normalità viene spiegata attraverso la devianza. Ogni fenomeno sociologico è suscettibile, pur restando essenzialmente se stesso, di assumere forme differenti a seconda dei casi. Queste forme sono di due tipi. Le une sono generali per tutta

Le rughe addosso

Venerdì con il sole. La macchina che mi attende tiepida. Per un attimo mi piacerebbe non avere impegni, correre a comprarmi un bel vestito e infilarmi in palestra per correre tutti i chilometri che non sono riuscita a percorrere. Poi una cena, in un ristorante vivace, pieno di gente, senza fretta, con L. o con qualche amica per fare due chiacchiere sovrapposte. Tornare a casa tardi, godermi una guida semplice, sorridere con la radio, fumare una sigaretta guardando dalla finestra i gatti del vicino. Tutto questo, per me, è Libertà. Quella cosa che non ha prezzo, che invidi e ambisci. Sospiro. Fra qualche minuto sarò alla guida della mia macchina, comunque tiepida, mi dirigerò verso casa, correrò a prendere R. e darò inizio alle danze del week-end. Pulirò e riordinerò, cucinerò e guarderò cartoni animati che credevo di aver dimenticato. Domani mi concederò un giretto per le vie del centro e mentre R urlerà che vuole scendere dal passeggino per correre, io cercherò di guardare le

Un pezzo di Zucchero

Dopo la serata di domenica, con le amiche, in un locale Giapponese, mi ritrovo a canticchiare un pezzetto di questa vecchia canzone: " ...Donne Amiche di sempre Donne alla moda, donne contro corrente… Negli occhi hanno gli aeroplani Per volare ad alta quota Dove si respira l’aria E la vita non è vuota Le vedi camminare insieme Nella pioggia o sotto il sole Dentro pomeriggi opachi Senza gioia ne dolore Donne In cerca di guai Donne a un telefono che non suona mai..." Finalmente, amiche mie.

L'imperfetto

Caro AmoreMio, mi dispiace tanto. Per te e la tua stanchezza, appollaiata sul tuo viso con un ruga d'espressione in più. Per l'entusiasmo che hai perso di nuovo, per le aspettative e i progetti che hai accantonato. Perchè lo sai anche tu che non c'è giustizia, che la soddisfazione è per pochi. E poi, quello che è passato, non era proprio un bel treno, era uno di quelli grigi, troppo lenti per te, ti avrebbe rubato il tempo, ti avrebbe reso insofferente. Lo sai che sarebbe stata dura, almeno adesso sei padrone di te stesso, dei tuoi momenti, di staccare, di non dover rendere conto a qualcuno ogni giorno, alla stessa ora. La libertà AmoreMio, non  ha prezzo, lo sai. Oggi tu hai questo. Ogni istante è tuo. Il possesso del tempo. E' per pochi. Si può amare anche l'imperfezione. Come sempre. Poi chissà. Aspettiamo. Intanto stringimi la mano. E sorridi. La vita è anche questo.                                                                           

Numero 7

Sono imbalsamata e attendo. Che cosa non lo so nemmeno io. Un po' di pace, forse, o l'idea di un futuro, perché di certezze non ne abbiamo e non ne avremo. E comunque è domani. Anche se i minuti sembrano infiniti. La data del sì o del no, del futuro dei chilometri e delle soddisfazioni, della raccolta dopo la semina, o dell'ennesima delusione. Domani. Il numero 7 che Platone chiamava Anima Mundi. Il primo compleanno di E. Allora si festeggia comunque. Per incanto. Si va avanti e poi chissà. Un passo dietro l'altro e l'acqua che scorre veloce. Come nel sogno. Intanto oggi il cielo è grigio. E più grigio di così non si può.

Fratello sole, sorella Luna

Vorrei che tu sbattessi la testa, che uscissi da quella stanza ovattata di suoni e colori e guardassi la vita da un'altra prospettiva. Invece no, te ne stai lì e aspetti. Che cosa non lo sai anche tu. Ma il tempo è veloce, non conti i giorni, non conti le stagioni. E aspetti. Sbrigati. Qualche treno è già passato. E non parli. O parli con le persone sbagliate, quelle che non ti fanno stare male, quelle che non ti dicono mai come va la vita. Ho pensato che ti mancasse il coraggio, che ti mancasse la forza di lasciare alle spalle il superfluo, che fossi incatenato a qualcosa che non ti appartiene. Ma io non so niente o forse troppo. A volte mi capita di guardarti e pensare a quanto sia semplice la tua vita, mi è capitato di invidiarti e temere che la mia non potrà più essere così. Ma cosa vuoi veramente io proprio non lo so. Vorrei solo che tu non buttassi via nulla, che capissi quanto tutto serva nella vita, persino gli attimi di niente e che smettessi di piangere quello che

Amiche di mondo

Da domenica non dormo più di tre ore consecutive a notte. Mi ritrovo a non spegnere mai cervello, a vagabondare nel buio di notti tanto fredde quanto lunghe. Mi chiedo anche da dove arrivi tanta resistenza e la mia cara amica E. mi suggerisce che forse le notti brave di ormaitantotempofa forse a qualcosa sono servite. Effettivamente non esistevano orari, non esistevano giorni, la domenica era uno stimolo per consacrare la settimana in chiusura. Erano tempi in cui un vestito ti faceva camminare più in alto e una piccola borsa poteva contenere il necessario per una settimana fuori casa. Impettite sui nostri tacchi ci allontanavamo da questa città che ci sembrava sempre troppo piccola e ci sentivamo così leggere da schernire qualsiasi cosa potesse diventare ostacolo. Sognavamo Parigi. Andavamo a trovarla l'ultimo dell'anno, ci piaceva camminare senza senso, vagabondando senza meta. A Palma abbiamo ballato persino in ascensore, a Riccione abbiamo visto l'alba dai colli, a Ro

Appello di Giustizia

V. aveva l'amore. Diceva essere quello con la A maiuscola, quello che ti porta a Parigi l'ultimo dell'anno, quello che ti fa trovare i fiori il giorno del tuo compleanno. E poi vacanze nella casa al mare, la famiglia di lui diventa un po' la sua, era felice come mai nella vita e ha pensato che potesse essere la persona che tanto stava aspettando, quella da non lasciarsi scappare. Poi più niente. Lui diventa irreperibile, è un po' malato, il lavoro lo distrugge, le cose da fare sono sempre tante. Una settimana vola. V. si chiede perchè e poi capisce. Il mondo addosso. Come niente fosse. Nella folla lui, la mano in un'altra. La visuale si sdoppia. Lui e l'altra, di cui V non sapeva l'esistenza. Li assale, diventa pazza. L'altra è la futura moglie, la donna della vita da sempre, quella di cui V non si è mai accorta. Lui è stato bravo, anzi bravissimo, un applauso anche ai genitori ai parenti, a tutti coloro che hanno giocato con insistenza. Lei er

Palla Pallina e Linoleum

E' il momento della nostalgia. Forse è il mese, non lo so. Nostalgia di spensieratezza, nostalgia di un pallone, di palestre, di trasferte, di punizioni sui gradoni della palestra. Vittorie puntuali, perchè eravamo così brave da lasciare sempre il segno, senza poi alla fine raggiungere l'olimpo. Un gruppo così bello da togliere il fiato, un allenatore così spassoso e terrificante da lasciarci senza parole. Che bello essere così vivaci e senza pensieri, il suono del pallone sul linoleum, gli spogliatoi pieni di quelle risate immense. E quell'unica foto così lontana da sembrare irreale. Mi manca quella stupidità legittima, quella pazzia giustificata. Non sono più stata così. Non ho più visto nessuno chiedere indicazioni ad un sordomuto, non ho più visto nessun allenatore agitarsi in quella maniera, nessuno mi ha più chiamata "madonna dalle gambe indurmente", non ho più visto il terrore per una gita a gardaland e un allenamento saltato, non ho più cantato su u

Quello che è mio

Sono amata. Di un amore folle e paziente, spropositato, esitante, alternato, incondizionato e improvviso. Un amore che ho addosso, che sento mio, che a volte rifiuto e prendo a calci, come fosse una liberazione, per riconoscere una libertà di cui sento solo il profumo. Basta chiudere gli occhi,  urlare grazie e piangere per chiedere perdono, per quello che non dico mai, per quello che lascio in sospeso, per la freddezza che ho acquisito. Una preghiera lassù, perché qualcosa viene dato ma anche tolto, il dolore si mimetizza, la serenità è limpida. E poi correre, per sentire il fiato che incalza, il pensiero che si avventura in spazi mai dimenticati, la vita che solletica le braccia nude, le scarpe che sorreggono il peso della monotonia. Allontanarsi e poi tornare. Sempre. Per una parola in più. E un abbraccio. Se possibile.

La distanza di un secondo

E poi magari è un attimo. Non ti aspetti una giornata diversa, non ti aspetti  un dolore, non ti aspetti niente di nuovo e magari ti sei anche lamentata della monotonia. Sei sempre di fretta, la colazione da preparare, i bambini da vestire, la casa da rendere accettabile. Prendi la macchina e corri. La tua vita è lì, ce l'hai addosso, ti fa il solletico a volte, ti disturba, ti annoia, ti fa sbattere la testa ovunque, ne assopori l'essenza a tratti, ti chiudi nel caldo delle sue lenzuole a sera inoltrata. Il buio. Un istante. Tuo figlio scende dalla macchina. Ti sorride, ti guarda. E non sai che deve passare ancora un momento prima che. Urla strazianti e la tua vita non c'è più. Nemmeno il respiro. Come un proiettile in corsa, come un fulmine che spezza una quercia. Non c'è più niente. Solo buio, urla e lacrime. Tuo figlio che sparisce sotto le ruote di un suv. Il suo sangue ovunque e quella strada che non sarà più la stessa. Il senso di colpa sarà un'ombra, u

Pensiero semplice

Qui c'è la nebbia e il nuovo anno è iniziato con una continuità inquieta. Il freddo è pungente, il telefono lavorativo squilla ogni momento, ho ricominciato a correre, a incastrare i tasselli perfettamente (o quasi), a riempire la mente di informazioni temporaneamente utili, a dimenticare necessità, sfizi e divertimenti. Se per un attimo tiro il fiato, ho un pensiero semplice nella testa,  rimbomba impietosamente  invocando istantenee veloci... R che ride a colazione, biscotti annegati nel thè, L che si diverte, che gioca a fare il pompiere, profumo di mela e cannella, babbo natale ritrovato, un magnifico albero, giornate di sole quasi irreali, Milano ingombrante, un bicchiere di vino. Ecco la vita. Quella che mi manca sempre. Ecco il tempo che vorrei. Quanto vi adoro, amori miei.