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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Fratello sole, sorella Luna

Vorrei che tu sbattessi la testa, che uscissi da quella stanza ovattata di suoni e colori e guardassi la vita da un'altra prospettiva. Invece no, te ne stai lì e aspetti. Che cosa non lo sai anche tu. Ma il tempo è veloce, non conti i giorni, non conti le stagioni. E aspetti. Sbrigati. Qualche treno è già passato. E non parli. O parli con le persone sbagliate, quelle che non ti fanno stare male, quelle che non ti dicono mai come va la vita. Ho pensato che ti mancasse il coraggio, che ti mancasse la forza di lasciare alle spalle il superfluo, che fossi incatenato a qualcosa che non ti appartiene. Ma io non so niente o forse troppo. A volte mi capita di guardarti e pensare a quanto sia semplice la tua vita, mi è capitato di invidiarti e temere che la mia non potrà più essere così. Ma cosa vuoi veramente io proprio non lo so. Vorrei solo che tu non buttassi via nulla, che capissi quanto tutto serva nella vita, persino gli attimi di niente e che smettessi di piangere quello che

Amiche di mondo

Da domenica non dormo più di tre ore consecutive a notte. Mi ritrovo a non spegnere mai cervello, a vagabondare nel buio di notti tanto fredde quanto lunghe. Mi chiedo anche da dove arrivi tanta resistenza e la mia cara amica E. mi suggerisce che forse le notti brave di ormaitantotempofa forse a qualcosa sono servite. Effettivamente non esistevano orari, non esistevano giorni, la domenica era uno stimolo per consacrare la settimana in chiusura. Erano tempi in cui un vestito ti faceva camminare più in alto e una piccola borsa poteva contenere il necessario per una settimana fuori casa. Impettite sui nostri tacchi ci allontanavamo da questa città che ci sembrava sempre troppo piccola e ci sentivamo così leggere da schernire qualsiasi cosa potesse diventare ostacolo. Sognavamo Parigi. Andavamo a trovarla l'ultimo dell'anno, ci piaceva camminare senza senso, vagabondando senza meta. A Palma abbiamo ballato persino in ascensore, a Riccione abbiamo visto l'alba dai colli, a Ro

Appello di Giustizia

V. aveva l'amore. Diceva essere quello con la A maiuscola, quello che ti porta a Parigi l'ultimo dell'anno, quello che ti fa trovare i fiori il giorno del tuo compleanno. E poi vacanze nella casa al mare, la famiglia di lui diventa un po' la sua, era felice come mai nella vita e ha pensato che potesse essere la persona che tanto stava aspettando, quella da non lasciarsi scappare. Poi più niente. Lui diventa irreperibile, è un po' malato, il lavoro lo distrugge, le cose da fare sono sempre tante. Una settimana vola. V. si chiede perchè e poi capisce. Il mondo addosso. Come niente fosse. Nella folla lui, la mano in un'altra. La visuale si sdoppia. Lui e l'altra, di cui V non sapeva l'esistenza. Li assale, diventa pazza. L'altra è la futura moglie, la donna della vita da sempre, quella di cui V non si è mai accorta. Lui è stato bravo, anzi bravissimo, un applauso anche ai genitori ai parenti, a tutti coloro che hanno giocato con insistenza. Lei er