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Qualunque sia il tuo naso

Alla fine succede che se un giorno è noioso comincio a pensare a questioni tanto assurde quanto stupide, e un po' rido e un po' piango e un po' penso a tutte le cose che devo fare e non ne esco più.
Eccoli come l'elenco della spesa, abbandonato nel carrello:
Uno: sono una donna ammaccata, si si, come una macchina con una piccola botta sul lato destro. Come se un vandalo o un distratto, avesse aperto la portiera della macchina parcheggiata accanto troppo forte, noncurante delle regole di buona educazione e convivenza.
Sono così per colpa dei soprusi di tutti i giorni, quelli che ti logorano all'inverosimile, quelli che sommati e impilati e raccolti e accusati fanno un'ammaccatura, appunto.
Due: tutte le persone belle hanno un bel naso, è un dato di fatto. Ho cercato fra le 50 Star più belle del mondo secondo Empire (Credi e Controlla), e non ce n'è una dico una con un brutto naso. Impossibile. Magari qualche star fra le più sexy ce l'ha un naso bruttino, chi lo sa. E in più il naso cresce, in continuazione, sarà anche la gravità ma cresce tre millimetri ogni 10 anni. Detto questo è possibile che il mio sia cresciuto anche di più, altrimenti non si spiega come mai, improvvisamente, io lo veda così grosso e lungo. La futilità di questo pensiero è immonda.
Tre: farò questo lavoro tutta la vita? invecchierò con i miei colleghi e ci racconteremo la nostra banalità ancora per trenta lunghissimi anni (più o meno)? Il meglio che se ne va. Il mondo che incalza. Tutto questo senso che non trovo. Una vita mediocre. C'è gente che molla tutto per molto meno. L'altro giorno guardavo i provini di X Factor e un cantautore di Roma, che avrà avuto più o meno la mia età, con quel dialetto strascicato, dice che lui il lavoro l'ha mollato perché aveva perso il sorriso, perché non ce la faceva più, perché per se stesso e la sua famiglia voleva altro, sceglie la felicità di una passione e non la stabilità economica. Vuole un palco. E rischia. E canta. Sapientemente le telecamere di Sky concludono la storia del cantautore inquadrando una macchina ammaccata dietro. Appunto.
Quattro: i miei piedi sono sempre freddi in autunno. Anche sotto un piumone, anche con i calzini da sci. Poi in inverno passa tutto e posso ricominciare a mettere le decolletè con il calzino che al massimo scivolo nel parcheggio ghiacciato e se non mi rompo nulla è solo un miracolo.
Cinque: perché nei temi, alle superiori prendevo sempre sei e mezzo? Perché la prof di italiano era una stronza o perché le mie parole non erano variabilmente eccitanti da stimolare almeno un sette ogni tanto? Senza commento.
Sei: mia madre ha solo 22 anni più di me e questa cosa a tratti mi sconvolge sia perché da adolescente non me ne sono mai resa conto sia perché siamo talmente distanti che potremmo tranquillamente avere 40 anni di differenza. E questa non è una cosa bella, perché ipotizzando che la distanza possa essere quantificata in vedute di vita e non in anni,  significherebbe che o sono io la ventenne nel corpo di una quasi quasi quarentenne o è lei una sessantenne nel corpo di una ottantenne. Pensiero da cestinare.
Sette: devo arrivare ad una conclusione. Per me. A dispetto di un bel naso e di un lavoro stimolante i doni della vita sono il talento espresso, avere almeno una persona che ti ama, qualsiasi siano gli errori e qualunque siano le scarpe che indosserai per il cammino. Credo. Tutto il resto è un contorno. Anche i pensieri stupidi, lasciati in un blog o nel carrello della spesa.



P.S: Un Naso Bellissimo...

Commenti

  1. 1) ora voglio sapere che tipo di macchina.
    2) io sapevo chi di naso abbonda di m.....a sfonda (faccio il fine quale non sono). sarà, ma io il mio naso non è sto gran lungo. è un segnale?!?
    3) non puoi stare senza la trasporti e sid dell'era glaciale. "ics factor" lo hai già fatto e hai pubblicato dischi.
    4) basta che ti si a lavett
    5) i temi li scrivevi in dialetto?
    6) non mi permetto di rispondere
    7) bef un bel taketsuru e sei serena

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