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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Numeri e Bong

Non che sia di vitale importanza. Ma. Non conto più. Nel senso numerico del verbo. Non conto più le ore che mi separano dalla fine giornata, non conto più le volte in cui dico la stessa cosa, non conto più i soldi che prelevo e che mi occorrono per tutto quello che non è un mio sfizio. Non conto più le volte che il mio nome riecheggia in casa, non conto più le pecorelle  prima di dormire. Sono insonne e basta. Ascolto la mia voce e il mio nome. Ho perso il senso della memoria per tutto quello che non è importante e mi sono rifugiata in uno scheletro d'attesa che a volte non riconosco. Ho sempre amato i numeri per abbinarli alle cose, alle esperienze, come un segno di distinzione e riconoscimento. Mi piace dire: ho letto dieci volte Orgoglio e Pregiudizio, ho visto sedici volte Prima dell'Alba, sono stata due volte a Parigi, ho nove paia di scarpe e quindici film in attesa di visione. Ultimamente ho perso il conto e tutto è affidato al caso, numeri dimenticati, impilati, n

Supplente

Oggi ho pensato che tutto è possibile e che questa storia di essere una supplente di vita è una cosa che può durare per sempre. Quindi vada per il sorriso, vada per tutto quello che mi può scivolare addosso e vada per la vita che scorre lenta. Anzi lentissima. Per non avere fretta, almeno qui. Si, si. Una supplenza ai sentimenti,  a tutte le persone che vorrebbero che io sia, e non sono, dentro. E fuori anche. Supplente senza cattedra. Senza posto fisso. E' così che mi sento. Come se dovessi accettare, per quello che verrà, per essere ripagata un giorno, per avere quella forza, che hanno i precari, passo dopo passo. E non c'è immagine che tenga. Manco fossi una fotografa. Le foto di me, con gli occhi grandi e il naso grande, non mi piacciono mai. Si, lo so, ancora questa storia dei nasi, bel naso bel viso, e qualche dialettaro,  dalle nostre parti, direbbe anche altro e bla bla bla. Ma vengono fuori così. E stravolgerle di colori e filtri non basta mai. Abbastanza. Mai. Parole

Ecco Laura

Amore che arrivi dalla luna e dal cielo, amore che porti gioia in una notte buia, quando le luci del mondo si spengono e l'attesa sfavilla. Ancora non conosci la vita che porti, l'amore che stringerai con le tue piccole mani dorate, come niente e come non mai, tutta questa felicità che si riversa nel tuo viso e nei nostri nasi appiccicati al vetro della tua prima stanza, per rubarti un'espressione, un ricordo, il primo momento di noi insieme a te. Dove sono adesso con la testa, io non lo so, per avere un attimo, fra tutta questa bella gente, e vederti che stai bene, che dormi nel tuo lettino, la coperta rosa e quel braccialetto che ti lega alla mamma anche quando lo toglierai. E scappo nei corridoi di un ospedale che odora di muri vecchi, riflessa in vetrate sporche e sguardi ammalati. Corro e di tutta questa luce che vedo lontana, ho la rassicurante sensazione che tutto sarà per te, bimba mia, come non mai, come scritto, come deve essere, di tutto l'amore con cui mamm

Se fosse il mio Addio.

Come fossi te. In tutto questo buio, vorrei perdermi. E salire e poi scendere e respirare come si fa quando tutto è perduto. Sono qui senza niente, con le mani sulla corsa mentre i miei piedi vanno, non so dove. Gridare con tutto il respiro e piangere fino alle lacrime mute, come quella poesia di noi, che tutto taceva. I tuoi silenzi. Come niente. E io che di te qualcosa non so. Tutti quei momenti di mezzo, non sono di nessuno. La tua faccia scura, il tuo abbraccio lento. Se mi volto, sulle scale, posso perdere i gradini e niente sarà più lo stesso. Io sono quella che ti ha amato, io sono quella che ha sperato, che non fosse vero, che tutto fosse senza la nostra luce. Un minuto, quanti minuti, tutto perduto, palmo contro palmo, il bacio dei Santi. Persino la strada. I miei chilometri. Veloci e senza fiato. I miei capelli che non rispecchiano nei tuoi occhi. Sono ancora io. Quella che ti ha amato. Nonostante tutto. Per tutto. Questo tempo. E non lo so cosa sarò domani. Amore mio. In

Qualunque sia il tuo naso

Alla fine succede che se un giorno è noioso comincio a pensare a questioni tanto assurde quanto stupide, e un po' rido e un po' piango e un po' penso a tutte le cose che devo fare e non ne esco più. Eccoli come l'elenco della spesa, abbandonato nel carrello: Uno : sono una donna ammaccata, si si, come una macchina con una piccola botta sul lato destro. Come se un vandalo o un distratto, avesse aperto la portiera della macchina parcheggiata accanto troppo forte, noncurante delle regole di buona educazione e convivenza. Sono così per colpa dei soprusi di tutti i giorni, quelli che ti logorano all'inverosimile, quelli che sommati e impilati e raccolti e accusati fanno un'ammaccatura, appunto. Due : tutte le persone belle hanno un bel naso, è un dato di fatto. Ho cercato fra le 50 Star più belle del mondo secondo Empire ( Credi e Controlla ), e non ce n'è una dico una con un brutto naso. Impossibile. Magari qualche star fra le più sexy ce l'ha un naso br

Io e Lei

Quando ancora non leggevo e Marguerite Duras non era entrata nella mia vita, mi era difficile credere che un libro potesse regalare emozioni aggiunte al tatto di un indice umido, sull'angolo di qualche pagina sparsa. Qui e là, un dito annoiato su carta ruvida, la beatitudine di un'età superflua, l'indecisione sull'acquisto di All Star nere o rosse e niente di più. Poi Il Libro, con la Elle Maiuscola, indicato distrattamente da Dolores la mia prof. di Francese, a cui piacevo solo per la pronuncia e non per il  lessico, povero o inappropriato, non so. Comunque, quando appare Marguerite, era il lontano 1992 e tutto cambia. Perché L'Amante non è solo un libro, è un inizio, una rivelazione, la consapevolezza che una storia possa essere raccontata ovunque, in qualsiasi momento, con qualsiasi mezzo. La storia di un amore che dura negli anni. E io che leggevo ovunque, anche in bagno, con la schiena appoggiata al cesso e gli occhi sbarrati. Per la fine, l'inizio e quell