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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Più di così

Non so se è peggio il giorno del mio compleanno o gli ultimi giorni dell'anno. Dopo i trentacinque anni non ho più avuto voglia di festeggiare, forse è stato anche prima. Dichiariamo dopo i trenta e non se ne parla più. Bigliettini di auguri che non sanno cosa dire, regali che non sanno dove stare, parole buttate al vento e luna storta fino al giorno dopo. Si lo so, sono del cancro. Quando arrivano gli ultimi giorni dell'anno si fa un bilancio di quello che se ne va, di ciò che si è combinato e di quello che non si è ancora riusciti a fare. Qui scatta la risata isterica. Si lo so, sono del cancro. Sogno o son desta? Non si capisce mai. Che se proprio dovessi fare un resoconto di quello che è stato, mi accorgo che è successo di tutto ma forse no. Ho scritto. Bene poco e male tanto. Più di altre volte. Che visti i compleanni che non mi piace festeggiare dovrei imparare a fare di meglio, più passa il tempo, invece mi rendo conto, che visti i compleanni, forse peggioro.

Le mattine di Natale

Una mattina di Natale mio fratello è venuto a svegliarmi alle cinque e io gli ho detto Torna a letto che BabboNatale è in ritardo. Una mattina di Natale i mobili della casa di Barbie a tre piani con l'ascensore erano tutti sotto sopra e io mi sono chiesta come mai Babbo fosse così sbadato. Una mattina di Natale le carte dei regali erano così tante che io e miei cugini giocavamo a nuotarci sopra sul pavimento freddo dei nonni. Una mattina di Natale, io e Francesca avevamo due bambole bellissime, di nome Jessica (la sua) e Evelyn (la mia). Una mattina di Natale mia madre guardava fuori dalla finestra, con gli occhi grandi e chissà cosa si aspettava arrivasse. Una mattina di Natale la sveglia è stata la voce di un bimbo. Una mattina di Natale sono andata a correre con il freddo che pungeva la pelle per sentirmi meglio quando, da lì a qualche ora, avrei avuto la pancia piena. Una mattina di Natale è stato detto BuonNataleAmoreMio. Una mattina di Natale la nonna ha prepa

Piedi freddi

Lo sai che è qui, adesso, siamo noi, sono io, sono tutto quello che passa tra capo e collo, tra cuore e polmoni. Aria. Io non dico niente, il mio guscio è un frastuono di disordine, prometto che non sarò diversa, sarò felice, di esserci, di avere, di mostrare, di dire, di scrivere questo o quello, di respirare, respirare così, come l'intermittenza delle luci di Natale. Un guaio e un momento, sono quello che ti capita oggi e anche domani, nell'orgoglio, la pazienza e il disastro. La casa ha un sapore di vaniglia. Come il mestolo che gira al contrario e la vita che fuma nel vapore sopra la cappa. I piatti impilati nella lavastoviglie e nel groviglio di suoni, voci e scarpe che passano come passo io davanti alle vetrine, il naso all'insù e il dito sul vetro ruvido. Non riesco a districare gli auricolari. Sono sempre un nodo. Non riesco a indossare guanti di lana. Mi tremano i polpastrelli e mi sale un brivido dritto per la schiena. Non ho più visto un arcobaleno. N

Come una saponetta

Una volta qualcuno ha detto che la noia è proprio brutta da guardare. E io ho tutto quello che di negativo ci può essere ma quella cosa lì, proprio no. Perché se la sento arrivare io scappo e mi dileguo e piuttosto vivo per un po' in un altro pianeta. E tutto non deve essere facile e nemmeno troppo complicato e io che non sono facile e nemmeno sempre serena ho pensato che mai mai mai e poi mai vorrei dire o fare cose con tutta la noia addosso. Ho messo tante e, la punteggiatura non c'è. Come dire che piuttosto di avere con me la noia accetto persino le vie di mezzo. Sorrido. A dicembre è dura annoiarsi e forse sarebbe meglio un pugno nello stomaco. Come quando le persone dicono che il mare fa schifo, che la sabbia da fastidio e che Lampedusa è troppo in giù. E' un pugno con la rincorsa. Le cose che vorrei a Natale non le trovo più ma so che stasera dovrò aggiungere una coperta a quella che già esiste perché il freddo di notte non avvolge più e io ho scoperto che se do

Quella volta

Quella volta che prima possibile era oggi o forse ieri. Quella volta che gli attimi si attorcigliavano come i miei capelli attorno ad un dito. E questo mese, ogni volta che arriva, lo fa come se avesse dei piedi e fossero a punta tesa, come a mirare un cammino senza trovare sassi e pazienza. Se ti sogno questa notte sono fortunata. Perché ho ripreso a sognare (o forse solo a ricordare) le immagini che avevo perduto. Tutto è frastagliato. Niente è come prima, anche Dicembre ha un suono che a volte non riconosco e a volte mi sorprende. Quella volta che mi hai detto   mi aiuti - a fare cosa - a fare i regali che fra poco è Natale mancava un mese ed era presto e lo sapevo perché era così tutti gli anni e le tue mani volevano che tutti i pacchetti fossero sul letto, di là, dove nessuno li vede. Se avessi, questa notte, la possibilità di sentirti ancora vicina, te lo direi, che sono sempre io, con il mio albero, il regalo che non hai visto, le palline sovrastate di rosso brillante e il