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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Qualcosa si spezza

Le persone semplici dicono cose semplici. Ho paura. Mi manchi. Ho sbagliato. Sono felice. Ho voglia di ridere. Ho bisogno di te. Per le persone complicate e ingombranti è più complesso. Le frasi non hanno mai un punto. Non si va a capo. Le emozioni si ammassano. Le azioni si susseguono. La mente non è mai immobile. Si costruiscono grandi storie e storie grandi. Non è la stessa cosa. E' tutto vero, va tutto bene, se le mani tremano è solo un momento, poi passa o forse no. C'è un inizio e c'è una fine, c'è tutto quello che serve ad un bel racconto. Nel mezzo qualche disastro, la vita che si snoda in due binari, l'assenza, l'egoismo, il coraggio di dire, di fare, l'inutilità di lasciar scorrere come non ci fosse alternativa, l'umiltà, l'amor proprio. Siamo arrabbiati, siamo ancora vivi. Qualcosa si rompe, si spezza, si frantuma. Fino in fondo, forse non lo capiremo mai. Però si impara. Ci sono amici grandi e grandi amici. Non è la stessa c

Il cerotto sul naso

Sulle rive dell'Adda, infossato nella radura lodigiana e nella nebbia densa, esiste un locale con i tavoli di legno, le panche e una barca che ti accoglie all'ingresso. L'atmosfera è quella rude e tetra delle reti da pesca appesa alle pareti e degli acquari con i pesci vecchi di cinquant'anni, l'odore putrido di acque torbide è quello che ti arriva da fuori, oltre le vetrate e si accentua con il caldo afoso dell'estate. Non è mai cambiato niente. La signora alla cassa ha sempre la stessa permanente bionda di vent'anni fa, con i riccioli grossi che cadono sotto le spalle, mi ricorda la signora Flax e mi aspetto che ad un certo punto esca da dietro il bancone con un vestito da sirena. If you wanna be happy di Jimmy Soul diventa una colonna sonora gracchiante, i pesci muovono le branchie a ritmo di musica e i camerieri si avventano saltellando per un'ordinazione veloce e poco dietetica. Ci incontriamo sempre qui, noi tre, ed è come se il tempo non p

C'è chi muore dal ridere

Guarda il cielo. Oggi è bellissimo. Se fossi al mare, la linea nitida di confine, all'orizzonte, non avrebbe ragione di esistere. Marzo è quasi a metà e io non so da che parte devo stare. La primavera se arriva così, fa male quanto la mancanza. Come mi vede la gente io non ne ho idea. E' un pensiero frequente, di questi tempi e sbaglio sempre su questa cosa. Che domanda è di che colore sono i tuoi occhi? Non è una cosa bella da chiedere, come se non ci fosse definizione evidente. Una volta ho chiesto a mia cugina Se non mi conoscessi e mi incrociassi per strada che cosa penseresti? Lei mi ha risposto Penserei che cammini benissimo, spalle alte, collo dritto. Penserei che sei fiera. Oddio. Qualche domanda potrebbe sorgere spontanea. Era molti anni fa. Poi c'è anche il discorso che ci si vede sempre meglio di quello che si è. La prova del nove sono le foto o il giudizio degli altri che non sai, che nessuno ti dice, le parole non dette, evitate. Io le odio. Mi sembra